poetando-semplicemente blog di Mauri-gestito da Maurizia

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Gestito da Maurizia-creato il 21 marzo 2011-buona visione

mercoledì 7 settembre 2011

Notizia curiosa !Mercoledì, 7 Settembre 2011 S. REGINA

dal Web una notiza che vi farà sorridere :



Ladro chiama taxi per essere aiutato a portare via il bottino

 
Un topo d’appartamento di Ipswich, Inghilterra, si è reso conto che non ce l’avrebbe fatta, da solo, a portare via tutta la refurtiva dall’appartamento che stava svaligiando. La soluzione che ha trovato è stata piuttosto insolita: chiamare un taxi.

Il tassista è arrivato presso la casa, aiutando il ladro a caricare sul taxi diversi oggetti (tra cui una tv al plasma, una console, ed un lettore dvd). Un vicino ha però notato il via vai, ed ha chiamato la polizia, che ha facilmente rintracciato il taxi, che però aveva già scaricato il ladro.


taxi2
Il tassista ha rischiato una denuncia per complicità nel furto, ma è stato chiarito subito che lui pensava che il ladro fosse invece il padrone di casa “Non chiediamo perché il cliente voglia andare dove ci chiede di portarlo”, ha commentato poi il portavoce della compagnia di taxi, che ha offerto il suo supporto per rintracciare il ladro, cosa che non si è rivelata difficile dato che il taxi (come la maggior parte dei taxi inglesi) era dotato di telecamere a circuito chiuso che hanno permesso di identificare l’uomo, il 29enne  aveva chiamato il taxi con il suo cellulare e aveva lasciato come nome “Clint”.





Scritto da Maurizia

martedì 6 settembre 2011

Poesia in musica.."Ultima lirica del poeta"di Maurizia

Martedì, 6 Settembre 2011
S. Petronio



 
L’ultima lirica del poeta





Pensieri sogni  fantasie
Come raggi di sole
Brezza del mattino
 scorci di lago frastagliato fra rami e rocce
pensieri sublimi
felicità nell’aria
sogni come nubi dopo il temporale
orizzonti lontani ,irraggiungibili
come il chiaro di luna illumina la notte
come la calma quieta la tempesta
come un sogno svanisce al risveglio
oh! mio poeta
resti con la tua fantasia.


Autore     Maurizia   05/09/2011 18,30



video "L'ultima lirica del poeta" di Maurizia 









lunedì 5 settembre 2011

Mangiando con gusto..."Frittelle"

Chi di voi non ha girato per le giostre e le bancherelle della fiera con la frittella in mano?

Oggi vi propongo la ricetta :

 

LE FRITTELLE DELLE FIERE!!!


INGREDIENTI
* 100 g di burro
* 500 g di farina
* 250 ml di latte
* 25 g di lievito di birra
* 1 fialetta di essenza di vanillina
* 1 fialetta di essenza di limone
* la buccia grattugiata di un grosso limone
* 50 g di zucchero
* 10 g di sale

PREPARAZIONE
Togliete il burro dal frigorifero e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente.
Fate sciogliere il lievito di birra nel latte leggermente tiepido, e attendete che in superficie si formi un po? di schiuma.
Nel frattempo mettete in un recipiente capiente (o in una impastatrice) la farina, lo zucchero, il sale, la buccia grattugiata di un grosso limone, la fialetta di aroma al limone, la vanillina e unite il latte con il lievito disciolto in esso; impastate bene per qualche minuto e poi aggiungete il burro a pezzetti , quindi continuate a impastare qualche minuto fino ad ottenere un composto morbido ed elastico.
Ungete di olio di semi (meglio se di arachide) i palmi delle mani e una ciotola abbastanza grande, prendete l'impasto e mettetelo a lievitare per circa 1 ora e ½ nella ciotola unta e posta in un luogo privo di correnti d?aria e fonti di calore, poiché il burro contenuto in esso potrebbe ammorbidirsi troppo: tenete presente che l?impasto dovrà raddoppiare il suo volume.
Inumidite uno strofinaccio da cucina pulito e coprite l?impasto delle frittelle: questo servirà a prevenire il formarsi di una crosticina dura sulla superficie.
Trascorso il tempo necessario, prendete l?impasto delle frittelle e formate un lungo bastone che taglierete a pezzetti del peso di circa 100-110 gr e formerete delle palline che disporrete su di un canovaccio pulito e asciutto, distanziandole tra di loro di almeno 2-3 cm; ricopritele con un altro canovaccio, attendendo circa 20 minuti per la seconda lievitazione

Passati i 20 minuti, allargate con le mani le palline di impasto per renderle piatte e circolari (dovrete allargarle ottenendo un diametro di circa 20 cm), rendendo molto sottile (quasi trasparente) il centro della frittella e lasciando i bordi un po' più spessi.
Ponete dell?olio di semi (meglio se di arachide) a scaldare sul fuoco: l?olio per friggere le frittelle, deve essere caldo ma non bollente (circa 170°); potreste fare una prova friggendo un piccolo pezzetto di impasto: se il pezzetto di pasta diventa dorato lentamente l?olio è pronto.
Se invece il pezzetto di pasta si scurisce troppo in fretta , vuol dire che l?olio è troppo caldo e c?è il rischio che le frittelle si brucino.

Preparate un piatto contenente abbondante zucchero semolato e non appena le prime frittelle avranno terminato la loro frittura, ricopritele (senza sgocciolarle su carta da cucina) di zucchero semolato, facendolo aderire su entrambi le superfici.

Adagiate le frittelle già pronte su un vassoio e servitele immediatamente.
[061.JPG]
E ...buon appetito!
Scritto da Maurizia

Lunedì, 5 Settembre 2011 S. VITTORINO VESCOVO



Proverbio del giorno:
Di settembre e d'agosto, bevi il vin vecchio e lascia stare il mosto.
 
 
 
 
 
Aforisma del giorno:
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. (S. Paolo)



"una canzone per te " vasco rossi


Scritto da Maurizia




domenica 4 settembre 2011

Domenica, 4 Settembre 2011 S. ROSALIA


Proverbio del giorno:
Chi ha figlioli ha doglie





Aforisma del giorno:
Di tutte le vanità, la più vana è l'uomo. (M. de Montaigne)


 
 
 
Pooh "CERCANDO DI TE"  



 
 
 
Scritto da Maurizia

sabato 3 settembre 2011

Girando frà contrà...

Oggi a vicenza si svolge una manifestazione storica "La Rua"


La Rua a Vicenza: Storia di una festa popolare



In cinquecento anni di vita, la fiabesca torre lignea vicentina ha seguito - e vissuto direttamente sulla propria immagine - l'intero procedere delle vicende storiche, politiche e di costume della città.

Nata come emblema d'un Collegio professionale e per una processione religiosa, passò col volgere di pochi decenni ad assumere il valore di simbolo popolare per l'intera comunità berica. Una questione, in altri termini, di campanile... mobile, trasportato lungo un percorso divenuto quasi subito canonico: da Piazza dei Signori per Muschieria, il Vescovado e la Porta Castello, poi seguendo il Corso fino alla svolta di Santa Barbara, col ritorno finale a fianco della Basilica.

Parte della più colorita tradizione locale, specie ottocentesca, voleva che l'origine della Rua risalisse al ricordo d'una battaglia vinta dai Vicentini sui Padovani nel '200. In particolare, alla conquista d'una ruota del Carroccio avversario.

Vero invece è che la Rua nacque presso i ‘Nodari’ quando questi decisero, nel 1441, di creare qualcosa di ben più imponente del cero che seguiva, assieme all'insegna della categoria (ed a quelle degli ordini, delle fraglie, arti e corporazioni cittadine) la processione del Corpus Domini, solennizzata dal Comune sin dal 1389.

Ma perché, poi, al centro del simulacro doveva stare una ruota?

Occorre ricordare che i ‘Nodari’ si dividevano in Modulanti e Vacanti: i primi, trecento in tutto e ripartiti in cinque sezioni, si succedevano a turno negli incarichi. Era stato tale periodico “giro” a richiamare il movimento della ruota, ed a far nascere il relativo stemma professionale. Concretizzatosi appunto, nella struttura del nuovo “tabernacolo”, in una sorta di piccola giostra girevole nel senso verticale, dotata di scanni su cui far salire alcuni bambini.

Sembra assodato che la prima uscita della Rua in tal foggia sia avvenuta nel 1444, ed abbia subito goduto del favore generale. Tanto che, di lì a poco, ogni avvenimento importante per Vicenza, non più soltanto dunque il Corpus Domini, divenne occasione perché la gran mole (anno dopo anno arricchita sempre più di “figuranti” vivi o in cartapesta, di stoffe variopinte, di pennacchi e nuovi accorgimenti per aumentarne l’altezza) venisse messa in ordine e fatta uscire dal magazzino, quando addirittura non ricostruita ex-novo. Era il Comune stesso a richiederla ai Nodari. Per i quali giunsero, pressoché subito, le difficoltà finanziarie: nel 1483 ad esempio, la spesa per il restauro della “macchina” si preannunciava tale che si decise di non farla nemmeno apparire.

Cent'anni dopo, quando il problema tornò a ripresentarsi con maggior evidenza, venne interessata l'amministrazione cittadina; la cosa finì in consiglio comunale, dove si passò alla determinazione di “municipalizzare” il simulacro, stanziando una somma di cinquanta ducati. A tale provvedimento pare accertato si giungesse soprattutto per l'interessamento di Pietro Paolo Bissari: ecco perché dal 1585, anno della definitiva pubblicizzazione, ebbe origine anche il saluto Viva la Rua dì casa Bissara!

La trasformazione in una accezione più “laica” dell'iniziativa procedette comunque ancora: dal 1616, la torre iniziò a girare solo al termine della processione. Questo perché le autorità ecclesiastiche non sembravano più disposte ad accettare di buon grado che la folla nel giorno fatidico attendesse con più ansia il transito della Rua che non quello del Santissimo. Oppure la corsa equestre del Palio, che si teneva nella medesima data.

Col passare del tempo, le dimensioni della mole continuarono a farsi sempre più imponenti, fino ad oltre 24 metri d'altezza e con un peso di ottanta quintali. Cosicché aumentò gradualmente anche il numero dei facchini via via “precettati” per trascinarla: si giunse ad impiegare ottanta persone. E rimane decisamente curioso il fatto che, anche ai tempi del massimo ingombro, alla Rua non siano state applicate delle... ruote per facilitarne il trasporto che ebbe sempre luogo, invece, tirandola e spingendola sul selciato, appositamente bagnato in precedenza onde evitare scintille e diminuire l'attrito.

Crebbe col tempo anche il corteo d'accompagnamento formato da musici, cavalieri ed armigeri in costume, mentre sulla sommità venne posto un giovane in carne ed ossa cui spettava, per una giornata di autentico... mal di mare, una ricompensa formata da una borsa di danaro e da una ciambella, al momento della fermata davanti a casa Bissari dopo l'imbocco del Corso.

Assieme alla folla cittadina e “foresta”, andò sempre aumentando anche l'interesse per la Rua come fenomeno sociale, come passaporto collettivo ad una giornata di autentici bagordi, e si infittì pertanto anche il numero degli inviati dei giornali italiani. Proprio perché ogni “uscita” (dal tradizionale giugno si passò, nel 1880, ad una collocazione inserita tra le manifestazioni del settembre vicentino), scatenando tutta una serie di festeggiamenti popolari, poteva fornire interessanti spunti folkloristici.

Ovvio che un simbolo di tale presa venisse caricato anche di significati politici: durante la loro occupazione, i Francesi al posto dell'originario Leone di San Marco appiccicarono sulla Rua il caratteristico Gallo d'Oltralpe, con in più il cartiglio Libertà ed Eguaglianza.

Gli Austriaci vi imposero invece l'aquila bicipite degli Asburgo mentre, dopo l'Unità, essa divenne tutta... tricolore ed arricchita con gli scudi di casa Savoia.

L'ultimo percorso “normale” venne effettuato nel 1901: undici anni dopo, infatti, essa venne trascinata soltanto in Piazza, dal momento che le vie del suo “giro” erano già occupate dai fili dell'illuminazione elettrica e del tramvai.

L'apparizione di addio risale al 1928, con l'accompagnamento dei labari fascisti. Poi, dopo lo smontaggio, per lo scheletro di legno iniziò una lunga serie di peregrinazioni in vari ripostigli comunali fino alla distruzione degli ultimi resti, al “lazzaretto” in Gogna, durante i bombardamenti.


Da Web



Scritto da Maurizia

venerdì 2 settembre 2011

Poesia e pensieri.."Il vero amico"di Maurizia

Venerdì, 2 Settembre 2011
S. ELPIDIO VESCOVO






Oggi voglio dedicare la mia pagina all'amicizia
L'amicizia è una cosa bellissima purchè....sia sincera ,ed io non de dubito.


IL VERO AMICO


 

Il vero amico si scopre nel momento del bisogno.
Non ti fa piangere il vero amico,
se sei disperata ti sorride
ti prende la mano
e stringendola fra le sue
ti rassicura,ti tranquillizza,
ti aiuta anche,non ti abbandona.
Il vero amico lo scopri
Nei momenti bui
Nei momenti tristi.
Ti illumina la strada,
ti ridà l’allegria.
Il vero amico non ti lascia sola,
ti sta vicino,
ti fa sentire che c’è
e quando credi di averlo trovato,
non l’hai trovato.
Ti ferisce dentro.
E‘ come una lama che ti trafigge.
Capisci così,che come sempre
Puoi contare solo su te.
Il vero amico.
Ma esiste il vero amico?


Autoreaurizia




 
 
 

"per un amico in più " di riccardo cocciante